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Pompei: sopravvissuta al Vesuvio, cade sotto l’incuria degli uomini.

6 Nov

Pompei (Na). Ė sopravvissuta all’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. e alla pressione della terra che l’aveva sommersa per quasi 2000 anni, ma da stamattina cosiddetta Scuola dei gladiatori non esiste più, letteralmente sbriciolatasi all’improvviso nella prima mattinata.

 

 

 

 

 

 

 

 

Con il suo cumulo di macerie, la Schola offre da oggi, il triste spettacolo dell’incuria e dell’indifferenza delle istituzioni italiane nei confronti del patrimonio culturale, perfino nei suoi pezzi più pregiati e famosi come gli Scavi archeologici di Pompei, Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.

Ora, tante le lacrime da coccodrillo versate, ma nessun restauro ci potrà restituire l’originale.

Ecco dei contributi giornalistici per inquadrare l’argomento.

La Repubblica

Crolla l’armeria dei Gladiatori
Così si sbriciolano gli scavi

Il cedimento nell’area archeologica di via dell’Abbondanza. Se ne sono accorti i custodi. Transennata l’area: i turisti dirottati su altri percorsi. Da accertare le cause e l’entità dei danni

dall’inviato STELLA CERVASIO

Crolla l'armeria dei Gladiatori Così si sbriciolano gli scavi

Una piramide di pietre e qualche gancio del vecchio solaio in cemento armato. Intorno, pezzi di muro in mattonici rossi. E’ ciò che resta della ‘schola armaturarum’ crollata oggi all’alba. Ad accorgersi del cedimento, avvenuto intorno alle 6, sono stati i custodi arrivati al lavoro verso le ore 7.30. Intorno all’edificio, il terrapieno dove sono da tempo rimasti interrotti gli scavi. E dove l’acqua si è raccolta nei mesi scorsi, premendo alle spalle della costruzione, fino al crollo.


IL FOTOCONFRONTO

L’antico edificio, che si trova su via dell’Abbondanza, arteria principale dell’area archeologica, originariamente ospitava gli armadi lignei dove venivano conservate le armi, mai ritrovate, dei gladiatori. All’interno forse la ‘juventus pompeiana’ si allenava alla lotta, usando quegli spazi come magazzino degli ‘strumenti’. Risalgono agli anni ’20 i primi interventi di recupero dell’area, poi seguiti da altri restauri nel ’47.

 

La struttura e gli arredi

L’armeria era chiusa al pubblico e l’interesse era richiamato principalmente dagli affreschi esterni che recavano riferimenti ai gladiatori. All’ingresso, infatti, erano visibili a destra e a sinistra della porta, due pilastri istoriati con trofei in ricordo di Cesare Augusto: uno (a sinistra) con armi accatastate ai piedi di un tronco e, in basso, una tunica ricamata con tritoni e grifi alati. Sopra, un elmo e ai lati alcune lance. In alto, un tunica rossa. Sul pilastro di destra, invece, un carro ricoperto da una pelliccia di orso bianco, era circondato da scudi e lance.

L’area interessata dal crollo è stata transennata. La strada è percorribile solo fino alla “Casa dei Casti amanti”, dove sono stati eseguiti recentemente ingenti interventi di recupero, presentati dal ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Sandro Bondi. Anche lì, a causa delle piogge recenti, una valanga di fango è entrata nella domus.

 

Il Fatto Quotidiano

 

Pompei: crolla la domus dei gladiatori

La Domus Gladiatoria, una delle rovine più importanti degli scavi di Pompei, si è sbriciolata. Il crollo, secondo primi accertamenti, è avvenuto all’alba, poco prima delle 6. Sono stati i custodi appena arrivati al lavoro verso le ore 7.30 ad accorgersene.

Tra le cause del crollo della “Schola Armaturarum Juventutis Pompeianae” (così chiamata perché ospitava gli allenamenti dei gladiatori e conservava le loro armature), si considerano le infiltrazioni d’acqua dovute alle piogge di questi giorni, la posizione della Domus accanto a un terrapieno, o ancora il rifacimento in materiali troppo pesanti del tetto, che fu distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiali.

Quest’ipotesi è stata confermata anche dall’ex sovraintendente Giuseppe Proietti, in pensione solo da qualche settimana. Proprio la pesantezza del tetto, unita alla cedevolezza del terreno avrebbe fatto crollare, spiega l’archeologo, tutte le pareti della Domus, alcune delle quali erano anche decorate, sebbene solo con motivi ornamentali, fregi e armature che richiamavano la funzione dell’edificio.

La Schola, precisa Proietti, non era aperta al pubblico ma non c’erano stati al suo riguardo particolari motivi di allarme. Non era insomma segnalata come una situazione a rischio. L’edificio, che si trova sulla celeberrima via dell’Abbondanza, è però molto vicino anche a settori della città non ancora scavati. Anche questo avrebbe reso più a rischio, con le piogge, il terreno.

Da anni gli esperti lanciano l’allarme sullo stato di conservazione delle rovine. Anche il sindaco di Pompei, Claudio D’Alessio, ha detto che la domus era da anni “in attesa di essere ristrutturata”. Il cedimento dell’edificio è un crollo annunciato: “succede quando non c’è la dovuta attenzione e cura” per un patrimonio secolare che andrebbe “preservato da ogni tipo di sollecitazione, anche atmosferica. C’è il dispiacere tipico di una comunità – ha sottolineato all’agenzia di stampa Adnkronos D’Alessio – di un territorio su cui vi è il museo all’aperto più grande del mondo e che purtroppo viene trascurato”. “In passato -ha rilevato – sono stati persi molti fondi, che non venivano utilizzati, e non sono state avviate le procedure per il restauro”. Il sito archeologico, ha spiegato il primo cittadino, oltre ad avere un’importanza “culturale” dà anche “ricchezza a questo territorio” con il turismo. “Scontiamo la mancanza di un coinvolgimento in questo tipo di iniziative – ha concluso – ci limitiamo a fare appelli sensibili e solerti nel sollecitare l’attenzione che il sito necessita”.

 

L’Unità

Pompei, scavi in pezzi Crolla la Domus dei Gladiatori

È completamente crollata la Schola Armatorum a Pompei. L’edificio era una sorta di palestra dove i gladiatori si allenavano e nella quale deponevano le armi all’interno di alcuni incassi ricavati nei muri.

Secondo quanto si apprende dalla Sovrintendenza, vi erano anche dipinti nella parte sottostante il perimetro della sala. L’edificio, che si apre su via dell’Abbondanza, la strada principale della città sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d. C., era visitabile solamente dall’esterno ed era protetto da un alto cancello in legno.

Il crollo è stato scoperto questa mattina dai custodi che hanno effettuato un giro di perlustrazioni prima di aprire gli Scavi. Il cedimento sarebbe avvenuto tra le 5.30 e le 6 di oggi. Attualmente la zona è transennata e i turisti stanno seguendo un percorso alternativo.

SBRICIOLATA

Saranno tecnici e studiosi a stabilire le cause del crollo della domus Schola Armaturarum Juventis Pompeiani, negli Scavi di Pompei. Nel frattempo vengono avanzate alcune ipotesi, tra le quali il materiale utilizzato per il restauro e le infiltrazioni d’acqua in seguito alle piogge dei giorni scorsi. La Schola Armaturarum Juventis Pompeiani nel corso della seconda guerra mondiale era stata danneggiata dai bombardamenti che ne avevano fatto crollare il tetto, successivamente rifatto, sulle mura antiche in un materiale che potrebbe essere stato troppo pesante e che avrebbe, quindi, nel tempo potuto provocare un cedimento. Il crollo, però, potrebbe anche essere dovuto a delle infiltrazioni d’acqua in seguito alle piogge dei giorni scorsi, essendo l’edificio crollato accanto ad un terrapieno.

LA SOVRINTENDENZA

Le cause del crollo possono essere attribuite o alle piogge che hanno creato delle infiltrazioni all’interno di un terrapieno esistente al lato della Schola, oppure al peso del tetto della palestra stessa. La casa, infatti, fu bombardata durante la Seconda guerra mondiale e la copertura è stata rifatta tra gli anni ’40 e gli anni ’50. È probabile – fanno sapere dalla Sovrintendenza – che le mura antiche, dopo anni, non abbiano più retto al peso del tetto.

PD: DISASTRO ANNUNCIATO

«Affidare le eccellenze del nostro patrimonio a una gestione dilettantesca, rozza e irresponsabile produce disastri». Lo afferma Matteo Orfini, della segreteria del Pd responsabile Cultura e Informazione. Le risorse spese dal commissario – prosegue Orfini – sono state prevalentemente dedicate a dubbie opere di dubbia valorizzazione, che hanno spesso umiliato il sito e che hanno soprattutto distratto risorse dalla vera emergenza, che è quella della tutela di un’area delicatissima e unica al mondo. Dopo i crolli alla Domus Aurea, al Colosseo, a Pompei, speriamo di non dover assistere ad altri straordinari successi delle gestioni commissariali. Bondi rinunci a utilizzare strumenti scarsamente trasparenti e torni ad affidarsi a chi ha le competenze per agire sul nostro patrimonio. A Pompei della Protezione civile c’era senz’altro un gran bisogno, ma nel 79 d.c., quando fu seppellita dall’eruzione».


SDGNO SDEGNO SDGNO _ TRISTEZZA TRISTEZZA TRISTEZZA